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Coronavirus e aspetti psicologici

Quali ricadute sul benessere psicologico?

Il Coronavirus rappresenta una minaccia esterna e una delle sue caratteristiche principali è l’invisibilità. Questo può spingerci verso l’esperienza di uno stato di “allarme psicologico permanente” che può influenzare in maniera importante le nostre capacità operative e di giudizio.


Provare ansia e stress è fisiologico?

• L’ansia è di per sé uno stato fisiologico di risposta del nostro organismo a eventi che percepiamo come pericolosi, ma in taluni casi può trasformarsi in una vera e propria esperienza di panico.

• Lo stato d’ansia presente o latente può influire sia sulla memoria che sulla capacità di concentrazione.

• Il rischio che ne deriva è che si attivi un’attenzione esclusiva verso questo argomento, attraverso, ad esempio, la ricerca continua di informazioni rassicuranti o assecondando il bisogno di agire e di fare qualsiasi cosa per sedare l’ansia.

• Tutto ciò, oltre a spingerci a ignorare i dati oggettivi e le buone prassi di comportamento, può generare stress e indurre risposte che possono esporci, paradossalmente, ad un maggiore rischio.


…e le relazioni?

Questo momento, in un certo senso, ci mette allo specchio con noi stessi, ci spinge a rivedere il nostro spazio personale, il modo in cui lo viviamo e lo gestiamo, con ritmi diversi, portando anche un vissuto nuovo nelle nostre relazioni, momentaneamente esperite come molto vicine o molto lontane.


Come contribuire a limitare ansia e stress?

• Non negando i propri sentimenti: provare paura e ansia è normale in una situazione come quella che stiamo attraversando ed è importante poterne parlare ed essere ascoltati.

• Utilizzando strumenti di comunicazione (telefonate, videochiamate, videochat…) per gestire il senso di solitudine e di isolamento, ricercare la vicinanza emotiva, per condividere passioni e interessi.

• Limitando l'utilizzo dei media a un momento della giornata (privilegiare come fonti di informazioni i canali ufficiali come il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità, la Protezione Civile).

• Cercando di garantire una regolarità nel ciclo sonno-veglia.


E’ importante parlarne con i bambini?

• Si, utilizzando un vocabolario adeguato e a loro comprensibile.

• Accogliere, dare ascolto e valore ai loro vissuti emotivi.

• Comunicare la nostra disponibilità a parlare di ciò che anche loro stanno vivendo, di ciò che possono aver sentito o che possono temere (può essere utile utilizzare storie o giochi).

• Fornire loro informazioni chiare e semplici su cosa fare (prevenzione, norme igieniche).

• Evitare di sovraesporli a notizie e immagini in tv e prestare attenzione alle parole che si usano nei dialoghi tra adulti.


Per concludere…

Uno degli aspetti salienti di questo particolare e difficile momento che stiamo attraversando è forse il tentativo di mantenere attivo un dialogo tra le parti di noi che possono minimizzare l’attuale stato di emergenza e quelle che tendono a catastrofizzarlo, cercando di garantire un equilibrio tra ansia e rischio oggettivo. E’ inoltre fondamentale tentare di costruire un ponte tra il mantenimento di un senso di continuità e l’esigenza di trovare nuovi assetti e forme diverse nella gestione dei propri spazi, sia psicologici che esterni, e nel modo di vivere le relazioni.

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